Quel che non puoi ignorare del tuo nuovo shinai

Hai iniziato a praticare il kendo e ne sei rimasto affascinato?

Oppure hai deciso di seguire l’antica Via della Spada e prima ancora di iniziare hai ordinato uno shinai su internet? O, peggio, l’hai trovato bell’e pronto in qualche negozio di “articoli per arti marziali”, magari infilato tra nunchaku di legno o foderati di gomma, finte katane dall’elsa coperta di elaborati ghirigori dal sapore orientale e scimitarre?

Se anche fosse così, ti capisco, quindi sei perdonato. Ciò che conta, è che hai uno shinai e che vuoi imparare ad usarlo. 

Personalmente ho iniziato quando avevo 11 anni e il mio primo shinai me lo procurò il mio maestro di allora (internet non esisteva o, comunque, il commercio di prodotti per kenshi non avveniva in rete ma solo tramite qualche rappresentante in Italia, rigorosamente giapponese).

Ciò che feci allora, da bravo undicenne, fu di impugnare il mio shinai nuovo fiammante e giocare al piccolo samurai dando per scontato che fosse un oggetto indistruttibile e destinato ad accompagnarmi negli anni a venire senza bisogno di alcuna manutenzione (manutenzione?!?) e limitandomi, alla fine di ogni allenamento, a infilarlo nella custodia in attesa della volta successiva.

Le cose, però, non funzionano esattamente così.

Lo shinai è l’unica cosa realmente necessaria per iniziare a praticare il kendo, ed è anche ciò di cui ti dovrai prendere maggiormente cura.

La ragione è semplice: se non lo fai potresti ferire (anche gravemente) chi sta praticando con te. Peggio: se ci incontrassimo (le vie del Signore sono infinite) potresti ferire me, il che mi irriterebbe alquanto se non altro perché vorrebbe dire che non hai letto con attenzione quanto ti sto per dire.

Partiamo dalla base.

Che tu abbia iniziato a praticare o che tu stia per iniziare, hai in mano il tuo shinai nuovo.

Se è nuovo, significa che qualche nastrino rosso o giallo ne tiene ben strette le stecche. Bene, quelli sei autorizzato a tagliarli (attenzione: non mi riferisco all’anello bianco che si trova a circa due terzi della lunghezza dello shinai né al filo teso “dalla punta” all’impugnatura).

Una volta liberato il tuo nuovo shinai da tali inutili orpelli, sappi che NON puoi ancora usarlo. 

Già. Devi aspettare. Peggio: devi smontare lo shinai nuovo.

Potrà sembrarti assurdo o illogico, ma prima di usare uno shinai è opportuno sottoporlo ad un breve trattamento che ne allungherà la vita, eviterà che si scheggi dopo pochi allenamenti a causa della furia con cui colpirai i tuoi compagni di dojo (o, quantomeno, la loro shinai), e che soprattutto ti metterà al sicuro dal rischio di far male a qualcuno.

Per smontare lo shinai devi sciogliere il nodo che tiene unito lo tsuru (il filo che rappresenta il dorso della spada) alla tsukagawa (ossia l’impugnatura in pelle bianca).

Noterai che lo tsuru è avvolto più e più volte ad un’asola che si trova all’estremità della tsukagawa: per scioglierlo (normalmente è molto stretto) puoi aiutarti con la punta di una forbicina o di un coltellino. Una volta allentato, la cosa sarà molto più semplice.

Fatto questo, sfila con delicatezza dalle stecche di bambù il “puntale” di pelle bianca (sakigawa), l’”anello” dello stesso materiale (nakayui) e con essi lo tsuru stesso.

Sotto al sakigawa si trova un “tappino” di gomma” che, più tardi, dovrai rimettere al suo posto.

Le quattro stecche di bambù di una shinai nuova spesso hanno dei profili laterali “acuminati”, dei veri e propri spigoli sottili che nel corso della pratica saranno i primi a scheggiarsi. Per questo, il suggerimento è di smussarli per tutta la lunghezza del take, fino all’inizio dell’impugnatura.

Usa della carta vetrata dalla grana fine e passala con attenzione, controllando poi che le superfici laterali di ciascuna stecca siano lisce.

Fatto questo, è cosa buona e giusta ammorbidire bene le stecche con un batuffolo di ovatta imbevuto d’olio. Per me la cosa migliore è fare tutte queste operazioni dopo aver sfilato anche la tsukagawa, in modo da maneggiare ogni stecca separatamente.

Il bambù è un materiale vivo che reagisce all’umidità e che, in condizioni sbagliate, può scheggiarsi o addirittura arrivare a spezzarsi. Tieni conto che nel kendo lo shinai (che all’apparenza può apparire uno strumento rigido) è sottoposto a sollecitazioni e arriva a piegarsi in modi che non sembrerebbero possibili, quindi DEVE essere elastica. Fai attenzione a dove riponi gli shinai: ad esempio, se il riscaldamento di casa è troppo intenso e l’aria troppo secca, il tuo shinai potrebbe seccarsi al punto di creparsi.

Torniamo a noi. Passato l’olio, usa un panno o un pezzo di carta assorbente in modo da eliminare l’olio in eccesso dalle stecche. In futuro, dovrai sempre controllare che non siano fessurate o scheggiate. Nel primo caso, cioè se ti capiterà di notare crepe lungo la stecca oppure trasversali, non avrai altra scelta che gettare quella stecca e sostituirla con una stecca proveniente da qualche altro shinai (ma di questo e della manutenzione parleremo in un’altra occasione).

Non ti resta che rimontare lo shinai…

Come?

Prima di tutto infila sulle stecche il nakayui, il “tappino” di gomma e il sakigawa (il puntale) in modo che quantomeno all’estremità le stecche siano tenute saldamente insieme.

Poi reinserisci la tsukagawa, operazione spesso complicata soprattutto con gli shinai nuovi. Per aiutarti potresti avvolgere un foglio di gomma intorno alla tsukagawa e spingere verso il basso, puntando lo shinai sul pavimento. C’è poi chi usa guanti di gomma da lavoro o quelli che si usano per le pulizie di casa. Fa lo stesso, l’importante è avere un ottimo grip sulla tsukagawa in modo da far forza e spingerla lungo stecche fino a che non risulta infilata del tutto.

Dopo qualche maledizione, vedrai che ce la farai.

Lo tsuru dev’essere adesso riannodato alla tsukagawa. Non è un procedimento complesso, ma spiegarlo a parole non è possibile. Per semplicità, puoi seguire i passaggi che trovi alle immagini dalla 2.7 alla 2.16 di questa pagina. Due cose sono importanti: al punto 2.9 devi tirare bene (ma senza esagerare!) il filo in modo da che la struttura della shinai sia in tensione, poi bloccarlo col pollice e farlo passare sotto all’asola terminale della tsukagawa che, infine, devi stringere (immagine 2.11). A questo punto avvolgi lo tsuru più volte, strettamente, come descritto nelle immagini successive e alla fine bloccalo infilandone l’estremità tra i due lembi dell’asola stessa (puoi aiutarti con la punta di una forbicina, di un coltellino o di un cacciavite).

E’ importante che lo tsuru corra al centro della stecca superiore dello shinai.

Passiamo al nakayui (quella sorta di “anello” di pelle bianca da posizionare a circa 20-25 cm dal sakigawa, il puntale (rassegnati, questi nomi dovrai impararli!).

Anche qui ci sono di aiuto le fotografie che trovi qui: il sakigawa va avvolto stretto per tre volte intorno al take (le stecche), quindi viene passato strettamente più volte sotto e sopra lo tsuru e infine bloccato tirando l’ultimo lembo.

Una volta rimontato lo shinai, accertati che lo tsuru sia ben teso, che il nakayui non “ruoti” facilmente e che il sakigawa (ripeto: il puntale) sia ben saldo al suo posto e infilato fino in fondo (questo è molto importante: se lo infili solo parzialmente o se il “tappino” di gomma non è ben inserito tra le estremità delle stecche, durante la pratica il sakigawa potrebbe muoversi o addirittura saltare via lasciando scoperte le stecche e rischiando di ferire i tuoi compagni di pratica!).

Lo so, sembra complicato, un lavoro da “piccoli artigiani”, ma… tant’è! Se avessi voluto qualcosa di banale, qualcosa che fanno tutti, ti saresti iscritto a un corso di zumba o di fitness, e allora i tuoi unici problemi sarebbero come abbinare i pantaloncini corti alla magliettina di cotone.

E invece no, hai scelto il kendo (e hai fatto bene!) quindi ti aspettano il sudore, la disciplina, la cura della tua attrezzatura, il riguardo verso l’etichetta, il rispetto per l’avversario, i compagni di dojo e il maestro e… tante, tante gratificazioni.

Che dire ancora…buon keiko!

Andrea Li Causi

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